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Leggere a voce alta per scrivere meglio

Non mi stancherò mai di ricordare quanto importante sia la lettura a voce alta di ciò che si scrive.

Non ci si pensa mai, ma la scrittura è nata dalla parola, dalla vocalizzazione. Scrivere senza rileggere a voce alta (o senza pensare che, prima o poi, ciò che si scrive possa essere suscettibile di venir letto) è come scrivere senza avere un’idea di fondo.

L’idea lucida sta alla comprensibilità del testo, come il buon suono quando lo si legge a voce alta sta al buon stile.

Leggere a voce alta è fondamentale per due persone: lo scrittore e il lettore. Vediamo perché:

  • per lo scrittore, che così si rende conto se ciò che ha scritto ha una bella forma, se è musicale, se – soprattutto – è subito comprensibile, al primo colpo. E qui scatta l’avvertimento n. 1: se mentre leggi ciò che hai scritto non lo capisci subito, alla prima lettura, allora è il caso di rivedere quanto hai scritto. Credimi, capita molto più spesso di quanto si creda;
  • per il lettore, che così comprende quale sia il ritmo giusto per la lettura di un testo e si rende conto se davvero ciò che sta leggendo gli piaccia oppure no. Questo aspetto è particolarmente importante. Alzino la mano quanti di voi hanno letto un romanzo in un dato periodo dell’anno o della vita senza apprezzarlo, rileggendolo poi a distanza di tempo e riuscendo invece ad amarlo. Il romanzo è sempre lo stesso: cambiate voi. Cambia il vostro stato d’animo, la vostra condizione di vita, il tempo atmosferico. Soprattutto, può cambiare il vostro stato mentale.

La lettura con il pensiero è una grande invenzione (non è che in ogni epoca dell’umanità si sia letto con il pensiero, questo lo sapevate, vero?), ma si corre il rischio di essere sottoposti ai dettami del proprio umore.

La lettura a voce alta, invece, costringe a rimanere sul pezzo e ad apprezzarlo davvero. Oppure a non apprezzarlo affatto.